La solidarietà “cambia” forma e continua a sostenere!
La solidarietà “cambia” forma e continua a sostenere chi ne ha più necessità, specialmente in questo periodo storico estremamente difficile.
Ci sono persone che giungono alla mensa talmente bisognose di cibo da mangiare in piedi la prima cosa trovata nel sacchetto che porgiamo loro: la necessità di nutrimento è un bisogno vitale, quell’istinto di sopravvivenza che vibra prepotente dentro ad uno stomaco completamente vuoto.
Ci sono persone che vivono nel freddo costante (che tra poco vedremo aggravarsi nel gelo pungente): hanno disperata necessità di bevande calde, vestiti e luoghi al coperto; ma non solo.
Coloro che hanno bisogno, ma bisogno davvero, hanno di certo primaria ed urgente necessità di ricevere pietanze e sostegni concreti, concretissimi.
Eppure tutto ciò se pur necessario e di vitale importanza, se pur urgente e improcrastinabile, non può bastare.
Nei loro occhi possiamo scorgere un incredibile “fame” di amore, un indefinibile “freddo” portato da solitudini disarmanti ed ansie vecchie e nuove.
Lo stare insieme anche per poco, lo spirito di accoglienza nel fermarsi a parlare con loro… a volte basta anche solo tendere la mano ed ascoltare.
In questo periodo, a causa del Covid19, molte persone stanno sperimentando tutto ciò per la prima volta; molte altre sono talmente stanche di continuare a viverlo sulla propria pelle che forse rispondono apaticamente a queste nuove problematiche, fino a quando non si rendono conto che le risorse a disposizione per andar loro in aiuto sono messe a dura prova dall’esorbitante aumento di richieste a cui stiamo assistendo.
Risulta infatti molto difficile riuscire a rispondere concretamente a tutte le domande che riceviamo e ad aiutare tutti nella maniera più consona.
Pensando anche al servizio di volontariato che oggi è stato stravolto nelle modalità organizzative dettate dalle normative vigenti, come riuscire a confortare qualcuno senza poterlo abbracciare?
Come poter “sorridere” solo con gli occhi?
Come riuscire a trasmettere quel calore umano di cui queste persone necessitano come il pane, rispettando le norme ed il distanziamento sociale?
In che modo riuscire a integrare e coinvolgere, quando il timore di ammalarsi risulta aggravato ad esempio dalle condizioni igieniche delle persone senza fissa dimora?
Questi sono interrogativi che tutti noi volontari di AMMP dobbiamo porci sullo stesso piano e a volte prima ancora di come riuscire a consegnare loro i sacchetti con i pasti pronti (dato che non possono più venire a consumarli sul posto.)
15 Novembre 2020, la Giornata mondiale dedicata ai poveri
Domenica 15 Novembre 2020 in occasione della IV Giornata mondiale dei poveri, l’arcivescovo Cesare Nosiglia si è recato alla mensa serale “Spazio d’Angolo”, che inaugurò lui stesso il 25 Maggio 2015.
Questa realtà, sita a Torino in via Capriolo 14/B (maggiori informazioni QUI), vede la partecipazione attiva di AMMP insieme alla Caritas Diocesana, alla Cooperativa Arco, ai Fratelli delle Scuole Cristiane nonché ai gruppi di Volontariato Vincenziano.
C. Nosiglia, indossando la pettorina AMMP, ha svolto il servizio consegnando i sacchetti agli ospiti senza fissa dimora e come potete vedere dal servizio andato in onda su TG R Piemonte; ha sottolineato l’importanza della solidarietà che non deve venir meno anche in un periodo di emergenza sanitaria come questo, se pur modificandosi a livello organizzativo.
Ha inoltre ricordato che “Spazio d’Angolo non è solo una mensa, ma un luogo di accoglienza in cui si cerca di stabilire un rapporto: dare da mangiare è certamente fondamentale, ma vale anche molto di più l’amicizia, il senso di relazione, l’accoglienza, un sentirsi e un parlarsi, uno stare insieme“
Parole che esprimono appieno il senso che da sempre desideriamo imprimere nel nostro agire e che oggi siamo chiamati a rinnovare.
Risulta infine fondamentale che ciascuno di noi si ricordi dei poveri non soltanto il 15 novembre, ma tutti i giorni. Specialmente in questo periodo così difficile.
“Tendi la tua mano al povero! In questi mesi, nei quali il mondo intero è stato come sopraffatto da un virus che ha portato dolore e morte, sconforto e smarrimento, quante mani tese abbiamo potuto vedere!”
Papa Francesco
Dobbiamo ricordarci che non basta un solo giorno!