Il notiziario di Padre Damiano
La Luce della Speranza in Mezzo all’Oscurità: L’impegno di “Oui pour la Vie” nel Cuore della Crisi in Libano
In un’epoca segnata da conflitti e crisi economiche, esistono angoli del mondo dove la sofferenza umana si scontra quotidianamente con atti di speranza e resilienza. Uno di questi luoghi è il Libano, una nazione travagliata da sfide economiche e conflitti regionali. Nel cuore di questa tempesta si trova Padre Damiano con “Oui pour la Vie”, un’associazione di volontariato con sede a Damour, che diventa un faro di speranza per coloro che si trovano nelle situazioni più disperate. Ma non sono soli: noi di AMMP, attraverso il progetto KERASOS della sede di Mirabello Monferrato, supportiamo attivamente l’opera di Padre Damiano e dei suoi volontari.
Il notiziario di Padre Damiano non è solo un racconto di difficoltà e dolore, ma è soprattutto una testimonianza della forza umana e dell’importanza dell’unità nella lotta contro le avversità.
Di seguito vi lasciamo il suo notiziario di questo mese di Gennaio 2024:
I POVERI DEL LIBANO
La guerra fra Israele e Hamas a Gaza, col suo già devastante carico di vite, rende sempre più verosimile un’estensione del conflitto al di fuori della Striscia a tutto il Medio oriente. Mons. Hanna Jallouf, francescano, vicario apostolico di Aleppo, afferma che “in Siria e Libano si respira già un clima di forte paura”.
Man mano che i giorni passano dall’inizio del conflitto, aumentano sempre più i segnali di una grave recessione economica incrementata dal conflitto, per tutta la regione, a partire dal confinante Libano, che è inoltre impantanato in una crisi finanziaria di estrema gravità, con calo del Pil superiore al 50% dal 2018. Quasi il 75% dei libanesi vivono al di sotto della soglia di povertà, una “prigione senza sbarre”. Quello che è certo è che almeno un 20% fra loro sono nella categoria dei cosiddetti “grandi poveri”, con meno di 1,5 dollari Usa al giorno.
Oggi, due terzi delle famiglie residenti nel Sud del Libano, si sono rifugiate presso parenti a Beirut. Sono rimasti solo coloro che non hanno un altro posto dove andare o che temono i saccheggi.
La nostra associazione “Oui pour la Vie” continua ancora con la “cucina” di Damour, l’ambulatorio per i test sanitari e per AIDS – droga e alcool, il centro di ascolto per le medicine e la scuola per bisognosi di ogni appartenenza religiosa e provenienza. Con grande speranza abbiamo visto tante persone in più, di ogni appartenenza, venire ad aiutarci con gesti di carità, di tenerezza nelle nostre attività.
Si chiedono sempre aiuti e pubblicità.
Abbiamo proposto ad un gruppo di adolescenti aiutati dalla nostra missione di Oui pour la Vie a Damour, paese interamente cristiano, di venire con noi ad animare una serata per gli anziani più poveri. I ragazzi ai quali abbiamo chiesto l’aiuto sono alunni del liceo. Purtroppo solo un gruppo di questi, musulmani che aiutiamo e che seguono con piacere le nostre attività, ha dato la disponibilità a rimanere per il pomeriggio ad animare la festa, nonostante che non ci fosse nessun mezzo di trasporto garantito che li riaccompagnasse a casa in serata nelle frazioni vicine. Sono stati a fare danzare gli anziani, indossando il loro vestito di Babbo Natale per 2 ore in più dopo la festa organizzata al mattino a scuola. Alla fine della serata, abbiamo dovuto insistere con loro perché accettassero un compenso, non previsto all’inizio, perché’ avevamo chiesto un gesto di volontariato.
Saleh è un bambino di 3 anni e mezzo affetto da cancro al cervello e alla colonna vertebrale al quarto stadio. La famiglia ha bisogno di 5,000 euro per andare incontro alle terapie, in preparazione a un futuro intervento chirurgico. I genitori hanno venduto diversi mobili di casa e l’automobile per acquistare medicine per il figlio, contro il vomito, che costano 450$ a scatola. Il padre di Saleh ha tuttavia condiviso 2 compresse di queste con un altro bambino, ricoverato vicino a suo figlio, perché la famiglia non poteva pagare queste medicine (che l’ospedale non è più in grado di acquistare).
Le storie di persone come il piccolo Saleh e i suoi genitori ci ricordano che, anche nelle circostanze più disperate, la solidarietà è quello che ci rende davvero umani.
Aiutaci con un piccolo gesto: la condivisione di queste storie
Mentre chiudiamo questo racconto, riflettiamo su come ognuno di noi può contribuire a questa causa di umanità e compassione. Che sia attraverso il volontariato, le donazioni, o semplicemente diffondendo la consapevolezza, ogni gesto conta.
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